Le patologie a carico del tratto gastro-intestinale sono, triste a dirsi, ancora estremamente frequenti e di vario genere, a seconda dell’esatto distretto anatomico che colpiscono o dell’organo che risulta essere il principale target della patologia.

Una di queste è senza dubbio l’ernia iatale, speciale patologia che rimane ancora oggi molto incompresa e fraintesa tra i pazienti: essi, infatti, hanno la tendenza a considerare questa condizione patologica come la causa scatenante di molti sintomi anche se, spesso, molti di essi non c’entrano nulla con l’ernia.

Pertanto, cerchiamo di individuare il preciso significato e la definizione accurata dell’ernia iatale, specificando tutte le informazioni che concernono tale patologia, dai sintomi ai rimedi e alla dieta da seguire per evitare di incorrere nel peggioramento del disturbo.
Immergiamoci subito!

Ernia iatale: di cosa si tratta?

Per comprendere al meglio questa determinata patologia, è bene innanzitutto partire chiarendo il significato e quando si verifica: anatomicamente parlando, l’ernia iatale è presente quando una porzione di stomaco entra a contatto con il diaframma, muscolo localizzato al di sotto dei polmoni e che funge da separatore tra cavità toracica e addominale, infiltrandovisi mediante un’apertura.

Tale anomalia anatomica dà il la a svariate conseguenza di natura sintomatica, anche se, molto spesso, una piccola ernia iatale non provoca alcuna sintomatologia evidente al paziente, cosa che lo porta ad ignorarla completamente sino alla manifestazione del primo sintomo.

La diagnosi, spesso e volentieri, avviene in maniera del tutto casuale, durante controlli di routine o esami strumentali resisi necessari per tutt’altre motivazioni; secondo una statistica, l’ernia iatale colpisce i soggetti aventi età superiore ai 50 anni, i quali stabiliscono una vera e propria predilezione per l’insorgenza di tale patologia.

Quali sono i sintomi più evidenti riscontrati da un paziente affetto da ernia iatale?

Ernia iatale: i sintomi

Dato che la sintomatologia legata a tale patologia non è estremamente evidente, i sintomi sono relativamente pochi e ben precisi.

Tra i più importanti si riscontrano quelli a carattere gastrico, come la sensazione di bruciore toracico, la quale insorge immediatamente dopo un pasto, il reflusso gastro-esofageo, ossia la risalita degli acidi gastrici o del cibo nell’esofago, alitosi, eruttazione frequente, gonfiore addominale e problemi alla deglutizione.

È bene precisare, inoltre, che i pazienti colpiti da ernia iatale soffrono spesso e volentieri di reflusso cronico, il che potrebbe essere un’importante concausa di ulcere, sanguinamento gastrico o asma.

L’ernia iatale può anche essere responsabile di un pericoloso restringimento dell’esofago o del piloro, il che potrebbe intaccare la normale deglutizione del bolo alimentare prodotto a livello orale (sintomo noto come “disfagia”).
Tuttavia, esistono anche dei sintomi detti “atipici”, ovvero non propriamente correlati alla patologia in sè.

Tra di essi si annoverano alcuni sintomi legati all’apparato cardiocircolatorio e a quello respiratorio, come una sensazione dolorifica localizzata nel petto, la sensazione di fiato corto o di mancanza di respiro, principalmente dovuta alla pressione esercitata dall’ernia sul diaframma, e, in alcuni casi, anche tachicardia o palpitazioni.

Ad ogni modo, è molto pericoloso affibbiare all’ernia iatale tutti gli svariati problemi gastro-intestinali che si possono riscontrare, come il forte dolore alla parte alta dello stomaco o le difficoltà digestive; è bene ricordare, infatti, che l’apparato gastro-intestinale può essere soggetto a molteplici patologie, ognuna con le proprie sintomatologie più o meno tipiche.

Solitamente, per poter risalire correttamente senza dare spazio a fraintendimenti è necessaria una radiografia con mezzo di contrasto del tubo digerente o, in alternativa, una gastroscopia, esame endoscopico durante il quale il paziente subisce una lieve sedazione.

Entrambi i metodi diagnostici sono utilissimi e assolutamente efficaci per poter diagnosticare al meglio la presenza dell’ernia iatale; tuttavia, che dire dei rimedi e delle abitudini alimentari da evitare totalmente?

Rimedi e cibi da evitare

La terapia applicata per la risoluzione dell’ernia iatale si rivela necessaria solamente in corrispondenza dell’insorgenza dei sintomi associati, come il bruciore cronico o la deglutizione dolorosa.

Ad ogni modo, è possibile mettere in pratica alcuni accorgimenti quotidiani che aiutano a migliorare la situazione o, quantomeno, a non peggiorarla.

Innanzitutto, vanno evitati i cibi che favoriscono il reflusso acido, come la caffeina, il cioccolato, la menta o gli alimenti estremamente grassi, oltre ad abitudini scorrette quali l’abuso di alcool o il fumo.

Inoltre, è bene decrementare l’abbondanza di cibo introdotto tramite i pasti, intervallandoli con periodi di tempo non inferiori alle 2 ore; è anche importante evitare esercizi fisici dopo aver mangiato, assumere delle posture corrette e cercare di inclinare leggermente la testa quando ci si corica.

Tuttavia, in caso di sintomi gravi, è necessario rivolgersi ad un medico, il quale potrà identificare il tipo di problema e indirizzare il paziente verso la visita specialista, la quale sarà in grado di valutare le opzioni, come l’instaurazione delle varie terapie o la possibilità di ricorrere alla chirurgia, per poter percorrere la giusta strada verso la risoluzione definitiva del problema.

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