Tra gli esami diagnostici che vengono prescritti più spesso vi è l’elettrocardiogramma, un esame strumentale che è in grado di monitorare con precisione il ritmo e l’attività elettrica del cuore.
L’ECG, sigla usata per indicare questo esame, viene eseguito per verificare che non vi siano aritmie, disturbi cardiaci e altre sospette anomalie del cuore.
L’elettrocardiogramma è un esame completamente indolore e che dura pochi minuti, inoltre non è necessario seguire nessuna indicazione prima di sottoporsi al test.
Vi sono tre tipologie di ECG:
– a riposo;
– sotto sforzo;
– holter ECG.
L’ECG a riposo viene eseguito con il paziente sdraiato su un lettino e l’applicazione degli elettrodi sul corpo (sul torace, braccia e gambe), ed ha una durata di circa 5-7 minuti.
Questo tipo di esame è il più comune, ma se si sospettano altre anomalie che non sono state rilevate mentre il paziente è “a riposo”, allora il medico può prescrivere l’ECG sotto sforzo.
Rispetto al test precedente, il paziente è monitorato mentre corre, sempre attraverso l’applicazione degli elettrodi, ma solo sul torace. Durante l’allenamento, si aumenta l’intensità della corsa, così da poter raggiungere la frequenza cardiaca corretta in base all’età e al fisico del paziente e monitorare con precisione l’attività elettrica.
L’ultima tipologia di elettrocardiogramma viene definita “Holter ECG”: il paziente indossa un dispositivo digitale che è in grado di controllare costantemente l’attività cardiaca per circa 24/48 ore, solitamente è usato in ambito ospedaliero quando si verificano particolari condizioni e i precedenti esami diagnostici non hanno fornito un quadro preciso dell’anomalia cardiaca.
Gli elettrodi collocati su alcune parti del corpo del paziente sono collegati tramite fili elettrici alla macchina (elettrocardiografo), che rileva sia il ritmo cardiaco che l’attività elettrica.
I dati ricavati dall’esame confluiscono in un tracciato, che rappresenta per l’appunto l’ECG. Nel tracciato, l’attività del cuore viene identificata con delle onde, che possono avere una forma e una distanza specifica.
La lettura delle onde sul tracciato da parte del cardiologo ha il preciso scopo di individuare eventuali anomalie o al contrario di verificare che l’attività elettrica sia in linea con i parametri fisici del paziente.
È opportuno sottolineare che l’ECG deve essere letto esclusivamente da medici professionisti, che sanno interpretare con precisione i risultati del test diagnostico.
L’elettrocardiogramma è prescritto anche per verificare che non vi siano degli squilibri elettrolitici al cuore o che non si palesi un evidente aumento delle dimensioni dei ventricoli o degli atri.
L’ECG può rilevare anche se alcuni farmaci hanno inciso negativamente sulla salute del cuore o se vi è una riduzione del flusso sanguigno al muscolo cardiaco.
Secondo una recente statistica del Ministero della Salute, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia, difatti si stima che il 34,8 % dei decessi sia connesso a una patologia cardiaca.
Questo dato così preoccupante può farci comprendere come sia importante monitorare di frequente l’attività del cuore e sottoporsi all’ECG, anche se non si presentano sintomi che possono indicare la presenza di anomalie.
Il controllo dell’attività cardiaca tramite l’elettrocardiogramma ha lo scopo di prevenire o di diagnosticare in anticipo le malattie cardiovascolari, per questo è consigliabile farlo almeno una volta l’anno, soprattutto se è nella fascia di età compresa tra i 45-60 anni.
Se nel nucleo familiare vi sono persone con malattie cardiache, allora il controllo dell’attività cardiaca deve essere più frequente e prematuro, perché può esserci una predisposizione genetica, quindi meglio iniziare dai 30 anni.
Sottoporsi all’esame ECG è sicuramente fondamentale per prevenire le patologie cardiache, ma bisogna farlo soprattutto in presenza di alcuni sintomi.
Se si nota un dolore al petto continuo e che provoca sudorazione eccessiva o persiste per alcuni minuti, è subito opportuno fissare un appuntamento per l’ECG, così da escludere eventuali complicazioni cardiache.
Vi sono altri sintomi che possono rappresentare un campanello d’allarme per il cuore, ad esempio, se si notano delle palpitazioni o si ha la sensazione che i battiti siano irregolari o addirittura troppo veloci.
Il battito accelerato o irregolare può dipendere anche da alcuni eventi specifici; quindi, bisogna preoccuparsi solo se le palpitazioni sopraggiungono mentre si è a riposo o completamente rilassati.
Quando si presentano delle difficoltà respiratorie, che prima non si avevano e si ha la sensazione di “avere il cuore in gola”, potrebbe essere opportuno indagare la salute cardiovascolare.
Quando l’ECG evidenzia alcune anomalie, sarà il cardiologo a suggerire il tipo di trattamento da seguire o nel caso richiederà altri esami diagnostici.
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