Le patologie dell’equilibrio interessano circa il 10% della popolazione italiana costituendo uno dei principali motivi di visita medica superati i 65 anni. La sintomatologia può colpire diversi distretti dell’organismo oppure essere correlata ad altre malattie come ictus, artrite, labirintite, otite o intossicazione da monossido di carbonio.
La perdita d’equilibrio rappresenta una seria limitazione in ambito lavorativo, ma anche nella vita di tutti i giorni. L’iter necessario per diagnosticare il disturbo, in genere, è multidisciplinare e coinvolge più specialisti: il fisiatra, l’oftalmologo, il neurologo e l’otorinolaringoiatra.
Le eventuali terapie sono volte alla gestione dei sintomi acuti oppure cronici e alla loro prevenzione, mentre si ricorre alla chirurgia in quei rari casi in cui il paziente non risponde ai trattamenti medici o conservativi.
Patologie dell’equilibrio: cause e sintomi
Le patologie dell’equilibrio compaiono quando le strutture anatomiche preposte al controllo della verticalità, ovvero muscoli e orecchio interno, non interagiscono in modo corretto tra loro o non funzionano bene.
Se non adeguatamente trattate, queste malattie possono comportare cadute soprattutto negli anziani con conseguenze anche molto serie. Le cause della perdita dell’equilibrio sono diverse e, in genere, sono legate all’età (invecchiamento) nonché a possibili lesioni cerebrali a seguito di un incidente oppure provocate da una malattia come l’ictus, un tumore o dall’abuso di sostanze stupefacenti o di alcolici.
La perdita dell’equilibrio può avvenire anche a seguito di patologie o infezioni a carico dell’orecchio interno, di malattie che interessano l’apparato scheletrico o i muscoli degli occhi. Le patologie dell’equilibrio si manifestano con vertigini, svenimento, disorientamento, nausea, sensazione di panico, instabilità nei movimenti, appannamento della vista, difficoltà di concentrazione, affaticamento, variazioni della pressione sanguigna oppure dei battiti cardiaci, vomito e diarrea, sintomi che incidono negativamente sulla postura, sulla sicurezza dei movimenti, sull’orientamento sia in posizione eretta che supina (cioè da sdraiati).
Il disturbo limita la libertà del paziente, riducendo progressivamente l’indipendenza.
A volte la perdita dell’equilibrio può essere momentanea, altre invece permanente e pertanto è necessario provvedere con un trattamento specifico. Un’adeguata anamnesi può aiutare il medico a chiarire le cause e a procedere con le cure adeguate. In tal senso, un esame clinico vestibolare e un esame audiometrico possono dare un primo quadro della situazione, da completare con l’uso della pedana stabilometrica.
Trovata la causa scatenante, si procede con la terapia farmacologica mirata, la prescrizione di integratori alimentari specifici, una possibile riabilitazione vestibolare o una particolare ginnastica volta alla riattivazione degli organi da cui dipende l’equilibrio.
In casi particolari (ad esempio la sindrome di Ménière) potrebbe essere necessario ricorrere alla chirurgia.
Tutte le patologie dell’equilibrio
Riassumendo, le patologie dell’equilibrio sono quelle che alterano la percezione del proprio corpo nell’ambiente circostante. Tra queste le più note sono:
- artrite, un’infiammazione cronica delle articolazioni che può comportare anche la deformazione delle stesse, compromettendo la capacità di svolgere anche le operazioni quotidiane più semplici come avvitare (o svitare) un tappo oppure afferrare un oggetto di qualsiasi forma. Non sono ancora chiare le cause del disturbo, ma pare siano collegate a fattori ambientali e genetici. Per prevenire l’artrite può essere utile praticare del sano sport, mantenere il peso ideale e seguire una dieta povera di acido urico.
- Ictus, un’improvvisa sofferenza delle cellule cerebrali a seguito della rottura o della chiusura di un vaso. Principale causa di morte, si manifesta con formicolio a un braccio o a una gamba, difficoltà nell’esprimersi, nell’articolare un discorso, mal di testa e scarsa visibilità da un occhio. Per evitare danni irreversibili al cervello e al resto del corpo è importante intervenire tempestivamente chiamando un’ambulanza o facendosi accompagnare al più vicino pronto soccorso. Per prevenire l’ictus è bene tenere sempre sotto controllo i valori pressori, la glicemia e il colesterolo anche se si è in giovane età.
- Intossicazione da monossido di carbonio. L’inalazione accidentale può comportare perdita di conoscenza e morte. I sintomi più comuni sono vertigini, mal di testa, dolori al petto, stato confusionale, vomito, nausea e debolezza.
- Labirintite, un’infiammazione che interessa il labirinto e altre strutture dell’orecchio interno. Noto anche come deficit vestibolare acuto, il disturbo si manifesta con impossibilità di mantenere la stazione eretta, perdita dell’orientamento, vomito, nausea, stati ansiosi, sensazione di instabilità, disequilibrio e difficoltà nel mettere a fuoco le immagini quando si compiono movimenti repentini.
- Otite, un’infiammazione cronica o acuta dell’orecchio causata da infezioni batteriche, virali oppure micotiche e conseguenza di complicanze degli stati influenzali. I principali sintomi sono febbre alta, dolore e gonfiore dietro l’orecchio, mal di testa, perdita dell’udito e senso di vertigini. Le patologie dell’equilibrio possono essere una manifestazione di malattie psichiatriche.